II Domenica di Quaresima (Anno C) (13/03/2022)
Tracce di luce sul monte
“Prese con sè Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse in disparte su un alto monte”. Gesù amava il monte per il desiderio di silenzio, di solitudine e di preghiera. Questa volta porta con sé tre dei suo discepoli.
Quel giorno il monte sarebbe stato luogo di preghiera ma anche di altro. Il racconto inizia con una indicazione precisa “otto giorni dopo”, come se fosse rimasto un ricordo di quello che era successo prima e si volesse creare un collegamento.
Creare legami appartiene a chi legge la storia con sapienza e vuole dare un senso a ciò che vive. I giorni sono ancora pieni di quel ricordo. Tutto era avvenuto e Gesù aveva fatto una domanda, una di quelle che mettono in subbuglio il cuore e non puoi nasconderti. “Voi chi dite che io sia?”.
Pietro risponde: “Tu sei il Cristo di Dio” e Gesù, senza tanti giri di parole, gela tutti. Disse: “Il Figlio dell’uomo, deve soffrire molto, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno”. E continua: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.
Gesù usò parole oscure quando aggiunse che quella sarebbe stata anche la strada di chi voleva essere suo discepolo: senza garanzie per la vita, anzi, perdersi e darsi per gli altri. Per metabolizzare tutto questo ci voleva un bagno di luce per immaginare almeno quale era il futuro, ora che aveva annunciata la croce. Che i discepoli intuissero in quale lago di luce viveva il cuore di Gesù.
D’improvviso “Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”. E scopriamo che, a condividere quella luce, sono proprio i tre, Pietro, Giacomo, Giovanni, che sarebbero sati chiamati a condividere anche l’abisso del buio nell’orto del Getsemani, quando avrebbero visto il volto e l’anima di Gesù invasi da tristezza e angoscia di morte. Gesù trasfigurato sul monte e, in un certo senso, trasfigurati anche i tre discepoli .
E Pietro pretende di fermare quel mistero debordante di luce, costruendo una capanna. Non è possibile. Dura poco quel bagliore. E una voce disse : “Ascoltatelo”. La voce del Padre viene dalla nube. Nel tempo della prova, nel tempo del buio, il nostro tempo, tempo dell’assenza visibile del Signore, tempo di guerra, di bombe e di morte, di orfani e vedove, questo è il verbo che ci viene consegnato: “Ascoltatelo”. Non rincorrete o inseguite visioni o prodigi. Ascoltatelo.
Signore, fa che possiamo sempre ascoltarti e saremo trasfigurati. Tu hai legato la trasfigurazione alla tua morte di croce, hai collegato il “dare la vita”, follia dell’amore al “trasfigurarsi”. La luce che ci illumina è la luce dell’amore che ti abita.
Prendici con te, Signore, quando la strada del “perdere la vita”, del donarsi, ci sembra faticosa e perdente. Prendici con te e portaci sul monte e facci obbedienti alla voce che invita ad ascoltarti.
Tocca a noi scendere a valle e camminare. Camminare dietro le tue parole come dietro a una scia. Sarà una traccia nel nostro cammino la tua luce del monte. E a noi ancora pellegrini sulla terra fai pregustare i beni del cielo.
