fra Damiano Angelucci “La perseveranza frutto dello Spirito”

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (13/11/2022)

Vangelo: Lc 21,5-19

Mentre mi accingo a commentare il vangelo di questa domenica mi giunge la notizia delle scosse di terremoto davanti alla nostra costa adriatica: direi che risuona provvidenziale la messa in guardia di Gesù da tutti i soliti profeti di sventura che dovessero dire in questa, o simili occasioni: “Ecco che il tempo è vicino”, o peggio, che il Signore si è ormai stancato di noi.
Amici cari, se il Signore volesse stancarsi delle malefatte dell’umanità, da un pezzo avrebbe staccato la spina alla nostra storia, o sarebbe ritornato sulla terra con il lancia fiamme! Mentre dunque lasceremo, opportunamente, inascoltati questi tali, dovremmo invece fare attenzione a non far cadere nel nulla il cuore di quest’accorata esortazione.
Per ogni momento della storia il Signore ci promette tramite la presenza del suo Santo Spirito “parola e sapienza” per resistere a qualsiasi assalto del male. Certamente questo mondo prima o poi dovrà passare, essere ricapitolato nel “nuovo cielo” e nella “nuova terra” di cui parla l’Apocalisse (21,1), e questo passaggio non sarà cosa da poco.
Tuttavia, per noi la cosa più urgente è di non essere morti dentro, di essere cioè sempre vivi, perseverando nella comunione dello Spirito di Dio, che è datore di vita … vera.
Allora i nemici del Vangelo potranno anche arrivare a fare del male ai discepoli di Cristo – come di fatto è avvenuto e sta avvenendo in diverse parti del mondo – ma sarà comunque un male temporaneo perché, assicura Gesù, “neppure un capello del vostro capo andrà perduto”.