Don Paolo Zamengo”Voi luce e sale”

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)  (05/02/2023)

Vangelo: Mt 5,13-16

Per cattedra un colle e ad ascoltarlo c’era un pugno di
pescatori. È questa la scuola di Gesù. Lui, maestro di
verità, sta lontano dalle aule austere e solenni dei
rabbini e dei dottori della legge, e non frequenta i lunghi
corridoi del tempio, dove una virgola della legge aveva
potere di vita o di morte.

I suoi allievi non conoscono l’alfabeto ebraico e a mala pena sanno contare i pesci o le pecore,
dopo una giornata di lavoro. Ma era la scuola preferita da Gesù. E non vi vergognava di quegli
allievi dai volti bruciati dal sole e dalle barbe incolte.
Il suo libro erano le colline e i greggi tra le vigne e gli ulivi contorti, il cielo solcato dai voli dei
passeri, i prati fioriti di anemoni attorno al lago; i sicomori frondosi a donare fresco riparo, il pozzo
luogo d’incontri e di sorprese, le case piene di voci di donne e bambini. La scuola di Gesù
profumava di pane e di vino, di pesce e di olio, di fuoco e di famiglia.
I rabbini parlavano di Dio, della sua grandezza e della sua distanza ed elencavano regole severe
per tenere Dio in alto e l’uomo in basso. Gesù invece parla di un Padre che ha bisogno di figli per
rendersi visibile e amabile. “Voi siete”, diceva Gesù, invece “di Dio è” come i rabbini.
Gesù cerca gli occhi di Pietro per rendersi conto se ha capito la novità del Vangelo ma gli occhi di
Pietro si perdono nel vuoto. È più semplice un Dio lontano, pensa Pietro. “Basta obbedirgli e se
sbaglio, è meno complicato riparare con un’offerta. È stato così per secoli e i conti tornavano
sempre. Perché allora cambiare?”.
Gesù non aspetta il consenso di Pietro. Non è importante che Pietro, ora, capisca tutto. È
importante che Pietro, ora, ascolti tutto. E poi Gesù non parla solo a Pietro. “Voi siete il sale della
terra, voi siete la luce del mondo”. E, d’improvviso, sono gli occhi di Pietro che ora cercano Gesù,
mentre sottovoce ripete a se stesso: “io sono sale, io sono luce”.
Queste cose già facevano parte della vita di Pietro. Quante volte ha usato il sale per conservare il
pesce, quante volte ha usato il sale per dare sapore al pane, quanti pastori usavano il sale per
disinfettare le ferite del gregge, o per cuocere sul fuoco qualche capretto nel giorno di festa. Ed
era familiare la luce che all’alba segnava la fine della notte e l’inizio del lavoro. Come era
rassicurante la luce di una lanterna di notte quando la barca era al largo e le reti gettate. Era vivida
la fiamma del fuoco sulla spiaggia quando i pescatori, la sera, raccontavano le loro fatiche alle
donne e ai bambini incantati.
Voi siete il sale, voi siete la luce. Dio ha bisogno di voi, così. Di voi sale e di voi luce. Pietro si guarda
dentro. Nessuno mai lo aveva fatto sentire così importante. Qualche giorno prima Gesù gli aveva
proposto di diventare pescatore di uomini, adesso gli chiede un’altra cosa. Tu devi dare sapore alla
vita, la devi curare, conservare e proteggere, perché vivere bene è il segreto della vita. Tu devi
illuminare la strada, devi dare luce a chi è nel buio, esci dall’ombra e fai vedere il tuo cuore. La
tua vita buona, Pietro, parlerà di te e di me.
Anch’io sono così, sale e luce? Sempre? O Dio, donami il vero spirito del Vangelo, perché ardente
nella fede e instancabile nella carità, anch’io diventi luce e sale della terra. Così sia.