I Domenica di Quaresima (Anno A) (26/02/2023)
La prima lettura ci presenta lo stupendo scenario del giardino dell’Eden con l’albero della vita in
mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
• 2 alberi più 2 libertà, quanto fa?
All’inizio c’erano due alberi e due libertà (Adamo ed Eva): sommateli e otterrete un… quarantotto. Cosa mai accadde?
Padre Molinié, domenicano, mio grande e insuperabile maestro, diceva che l’albero della vita sarebbe reale, sarebbe cioè l’albero della vita divina; mentre l’albero della conoscenza del bene e del male sarebbe simbolico. Il che equivale a dire che se l’uomo si impadronisce per rapina del frutto dell’albero vita, cioè della gloria Divina, senza aspettare di riceverla da Dio, farà l’esperienza del male, che non è un albero, ma una situazione esistenziale conseguente alla trasgressione del comandamento. Che, agli Albori dell’umanità era uno solo: non mangiare il frutto di quell’albero. Ma vi rendete conto: un solo comandamento e… manco quello hanno saputo osservare. Così, dopo la trasgressione è come se fosse avvenuta un’esplosione all’interno dell’uomo che non è più unificato nell’unica ricerca del bene, ma è disintegrato e frantumato in mille desideri contrastanti: la sua volontà vuole il contrario di ciò che vuole Dio, la sua sensibilità vuole il contrario di ciò che vuole la ragione e la sua intelligenza non volendo più dipendere da Dio, fa di lui un apprendista stregone che non padroneggia più quel che fa. Ed è proprio questa frantumazione che ha reso necessario l’aumento dei comandamenti. Anche nella società civile vediamo che, più l’uomo trasgredisce, più aumentano le leggi e viceversa.
• Cuore analfabeta
Quindi l’antica legge data a Mosè sul Monte Sinai, era anzitutto un ribadire quella legge naturale
che Dio aveva precedentemente scritto nel cuore umano. O meglio: era un riscrivere su tavole di
pietra ciò che l’uomo non era più capace di leggere nel suo cuore.
Visto che questo cuore tendeva, per chissà quali imperscrutabili motivi, a diventare sempre più di
pietra e a dimenticare che il bene – molto più che il male – è inscritto nel suo codice genetico
spirituale, occorreva una legge scritta su tavole di pietra, per ricordarglielo. Infatti, ogni cuore non
deviato, né abbruttito dal peccato, sa benissimo ancora oggi, senza bisogno di leggerlo da nessuna
parte, che odiare è male, tradire è male e via di seguito: il giudice interiore della coscienza glielo
ricorda incessantemente. Ma sarà perché l’uomo vuole costruire un mondo senza Dio, che non è più
capace di leggere nel proprio cuore? Questo analfabetismo dilagante del cuore sarà dovuto al fatto
che si vuole eliminare Dio dalla faccia della Terra? Sembrerebbe proprio di sì, perché come il Sole
è la luce della Terra, senza il quale non ci vediamo per niente, così Dio è il sole del nostro cuore: se
lo eliminiamo non ci vediamo più per leggere dentro di noi e non ci sentiamo più per udire ancora il
richiamo della coscienza.
• Liquidati…
In più, se eliminiamo Dio dal cuore, questo diventa –verso il prossimo– più duro delle tavole di
pietra. Non per niente, già nell’Antico Testamento, il Signore non smette di raccomandare al suo
popolo: “attento Israele a non indurire il tuo cuore!”. È uno dei peccati più gravi in assoluto, perché
da quello procedono tutti gli altri. Ed è un rischio che corriamo tutti.
Dobbiamo liquidare per sempre il cuore duro. Cioè renderlo liquido, affinché l’amore di Dio possa
scorrervi liberamente senza incontrare resistenze. Questa sì che è vera conversione!
WILMA CHASSEUR
Fonte:http://www.incamminocongesu.org/