Domenica di Pasqua – Risurrezione del Signore (Anno A) (09/04/2023)

Vangelo: Gv 20,1-9 

  1. L’immagine tradizionale con la quale viene illustrata la risurrezione di
    Gesù, con il Cristo che trionfalmente esce dal sepolcro, non appartiene ai
    vangeli ma ad un apocrifo del secondo secolo, il Vangelo di Pietro.
     Comunque, pur non essendo trionfalmente illustrata in nessun vangelo né
    in altri testi del Nuovo Testamento, la risurrezione di Gesù è il punto
    fondamentale della fede dei credenti perché “se Cristo non è stato
    risuscitato, vana è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede”
    afferma Paolo scrivendo ai cristiani di Corinto (1 Cor 15,14).
     Ma se nessun evangelista ha narrato il fatto fisico della risurrezione del
    Cristo, tutti, in modi diversi, offrono preziose indicazioni alla comunità
    cristiana per sperimentare il Risorto… infatti, non basta sapere che Gesù
    è stato risuscitato, per credere occorre incontrarlo vivo e vivificante.
  2. Per gli evangelisti, poi, le ‘apparizioni’ del Risorto non sono un privilegio
    concesso duemila anni fa a qualche decina di persone, ma una possibilità
    per i credenti di tutti i tempi mediante la pratica del suo messaggio.
    E’ per questo che MATTEO colloca la visione di Gesù risorto su “il
    monte” (Mt 28,16), indicazione che rimanda al monte delle beatitudini:
    l’accoglienza e la pratica del discorso della montagna consentono a
    tutti di “vedere il Risorto” (Mt 5,8). La prova che Cristo è risuscitato non consiste nel sepolcro vuoto
    (“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”, Lc 24,5), e neanche nello
    scrutare il cielo (“Perché state a guardare il cielo?”, At 1,11) ma nella
    pratica del suo messaggio di solidarietà e d’amore che realizza la
    volontà del Padre sull’umanità: “Non vi sarà alcun bisognoso in mezzo
    a voi” (Dt 15,4).
  3. Fare Pasqua, allora, non è limitarsi a celebrarla cultualmente ma è
    muoversi in modo tale che la Risurrezione diventi la Parola dell’esistenza,
    parola che crea, ricrea, mantiene in vita e dà sapore ai giorni che sono
    dati in dono.
     Senza Risorto, senza risurrezione, per noi cristiani non sarebbe lecito
    parlare di qualità della vita, anzi, la vita potrebbe addirittura non aver
    senso!
     Senza Risorto, senza risurrezione rischieremmo di fissarci nel pensiero
    fastidioso e devastante della morte.
  4. Eppure, ancor oggi, c’è una mancanza di riflessione circa la Risurrezione,
    mancanza che vogliamo colmare servendoci della Parola che ci è offerta
    nel Nuovo Testamento [Vangeli, Atti degli Apostoli, Lettere inviate alle
    prime comunità cristiane!]
     I racconti della Risurrezione sono tanti, diversi, a prima vista anche
    discordanti, ma tutti convergono su un fatto, su una convinzione
    incrollabile: IL SIGNORE È CON NOI!
     I racconti di Risurrezione portano a rileggere la vita di Gesù: e da questa
    rivisitazione si intuisce la risurrezione come esito logico del suo stile di
    vita.
     Noi purtroppo abbiamo teorizzato la Risurrezione di Gesù e quindi la
    nostra: rischiamo di confinarla nell’aldilà perché ci manca il coraggio di
    scorgerla e realizzarla nel nostro ambito di vita… è questa la risurrezione
    che ci preme mentre viviamo, perché fa risorta e mantiene tale la nostra
    vita attuale.
     Per mantenere fresco e provocante il pensiero della Risurrezione nella vita
    di tutti i giorni, abbiamo bisogno – celebrando ogni domenica l’Eucaristia
  • di ripercorre l’esperienza dei due discepoli di Emmaus che scorgono il
    Risorto ascoltando il racconto del compagno di viaggio, il Maestro non
    ancora riconosciuto, e spezzando con lui il Pane!
  1. I vangeli, in particolare, ci istruiscono circa la possibilità di fare prova di
    risurrezione, di metter mano ad essa, di diventarne autori!
     Se Maria di Magdala e le altre donne non si fossero recate al sepolcro, di
    buon mattino quand’era buio, non si sarebbero accorte della pietra ribaltata
    e non avrebbero scorto il Risorto.
     Bisogna dunque voler andare al sepolcro che è l’ambiente di morte e non
    per intrattenersi in esso ma per accorgersi e voler veder la pietra
    ribaltata… bisogna, cioè, voler togliere dalla vita quello che sta dietro la
    pietra, quanto puzza di morte!
     I Vangeli ricordano sì l’evento Risurrezione ma sono carichi soprattutto di
    simbologia… vogliono dirci cioè che la risurrezione è anche opera delle
    nostre mani e che con essa realizziamo la nostra vita.
  2. La Risurrezione, insomma, per prendere corpo non va solo conosciuta e
    ascoltata come messaggio, ma deve anche essere provocata, raccontata,
    fatta conoscere e quindi partecipata… altrimenti, rimane un concetto
    astratto.
     Bisogna fare le corse verso la Risurrezione senza attendere che piombi
    dall’alto, magari senza alcun nostro contributo…
     Ed è l’amore che muove i primi passi verso di essa… Maria di Magdala,
    infatti, si accorge del Risorto perché lo ama.
     Anche noi siamo capaci di amare e grazie a ciò pure noi possiamo
    sperimentare la Risurrezione e intrattenerci con il Risorto!

Fonte:https://www.donbizz.it