VI Domenica di Pasqua (Anno A)  (14/05/2023) Vangelo: Gv 14,15-21

“Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo…”. La missione di Filippo inizia proprio dalla Samaria, considerata regione abitata da popoli pagani (cfr. 2 Re 17,24-41; cfr. Gv 4,18) e i cui abitanti erano visti con disprezzo (cfr. Sir 50,25-26; Gv 4,9.20). Lì l’annuncio viene accolto tra persone considerate lontane e impure: ‘imponevano loro le mani e ricevevano lo Spirito Santo’. Il primo messaggio di questa pagina riguarda la libertà dello Spirito, l’abbattimento di ogni barriera di tipo culturale e religioso. E’ questa la scoperta di Pietro nella casa del pagano Cornelio: ‘Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto’ (At 10,34)

Filippo ‘cominciò a predicare loro il Cristo’. L’attività dei primi inviati si concentra sull’annuncio di Gesù come messia: attestano che Gesù è il messia atteso, colui che libera la vita dalla paura, dal peccato, da ogni prigionia. Filippo compie tale annuncio con un modo di agire che riprende lo stile di Gesù: continua i suoi gesti di liberazione, di cura.  Con discrezione accompagna nel cammino e aiuta a leggere la Parola di Dio in riferimento a Gesù stesso (cfr. Lc 24,13-35). Filippo scende sulla via, sale sul carro del funzionario etiope, ascolta le sue domande e gli si fa vicino nella sua ricerca (cfr At 8,26-40). In Samaria Filippo ‘recava la buona novella del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo’. La bella notizia, il vangelo è dono che conduce a scorgere l’azione dello Spirito che trasforma la vita. Viene in tal modo presentato lo stile di annuncio del vangelo, come cammino di compagnia, di apertura all’incontro con Cristo che conduce alla gioia (At 8,39).

La presenza dello Spirito donato con l’imposizione delle mani si unisce infatti all’esperienza della gioia. ‘E vi fu grande gioia in quella città’ (At 8,8). La predicazione di Filippo e degli altri apostoli genera apertura ad uno sguardo nuovo sulla vita. Negli Atti si ripete con insistenza come anche nei momenti di prova i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito santo (At 13,52). Un’atmosfera di gioia accompagna la predicazione del vangelo ed il percorso della fede. Il regno di Dio è infatti ‘pace e gioia nello Spirito Santo’ (Rom 14,17) e la gioia stessa è frutto dello Spirito (Gal 5,22).

La promessa dello Spirito da parte di Gesù si situa nel quadro di un dono di speranza: ‘non vi lascerò orfani’. Lo Spirito viene indicato come un altro ‘paraclito’, consolatore, e come Spirito di verità. E’ presenza che si fa accanto e protegge prendendo le difese: nel tempo della storia guida i singoli e le comunità all’incontro con Gesù. E’ il grande suggeritore che ricorda quanto Gesù ha comunicato.  

Alessandro Cortesi op

Fonte:https://alessandrocortesi2012.wordpress.com