#PANEQUOTIDIANO, «NON C’È ALTRO COMANDAMENTO PIÙ GRANDE DI QUESTI»

La Liturgia di Venerdi 20 Marzo 2020  VANGELO (Mc 12,28-34) Commento:Rev. D. Pere MONTAGUT i Piquet (Barcelona, Spagna)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».

Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo

Parola del Signore

«Non c’è altro comandamento più grande di questi»
Rev. D. Pere MONTAGUT i Piquet 
(Barcelona, Spagna)

Oggi, la liturgia quaresimale ci presenta l’amore quale radice, la più profonda, dell’autocomunicazione di Dio. «L’anima non può vivere senza amore, ha sempre bisogno di amare qualcosa, perché è fatta d’amore che io per amore l’ho creata». (Santa Caterina da Siena) Dio è amore onnipotente, amore fino all’estremo, amore crocificato: «E’ sulla croce dove può contemplarsi questa verità» (Benedetto XVl) Questo Vangelo non è solo un’autorivelazione di come Dio–per mezzo di Suo Figlio- vuole essere amato Con un comandamento del Deuteronomio: «Tu amerai il Signore tuo Dio» (Dt 6,5) ed un altro del Levitico: «Amerai il tuo prossimo» (Lev 19,18), Gesù porta a compimento la pienezza della Legge. Lui ama il Padre, come Dio vero nato dal Dio vero e, come Verbo fatto uomo, crea la nuova Umanità dei figli di Dio, fratelli che si amano con l’amore del Figlio.

La chiamata di Gesù alla comunione e alla missione richiede una partecipazione nella sua stessa natura; è un’intimità in cui bisogna introdursi. Gesù non rivendica mai di essere la meta della nostra preghiera e amore. Rende grazie al Padre e vive costantemente nella Sua presenza. Il mistero di Cristo attrae verso l’amore a Dio –Invisibile ed Inaccessibile- mentre è, allo stesso tempo, cammino per riconoscere, verità nell’amore e vita per il fratello visibile e presente. Quello che ha maggior valore, non sono le offerte bruciate sull’altare ma è Cristo che brucia come unico sacrificio ed obolo affinché siamo in Lui un solo altare, un solo amore.

Questa unificazione di conoscenza e di amore, tessuta dallo Spirito Santo, permette che Dio ami in noi ed utilizzi tutte le nostre capacità, e a noi concede di poter amare come Cristo, con il suo stesso amore filiale e fraterno. Quello che Dio ha unito nell’amore , l’uomo non può separarlo. E’ questa la grandezza di chi si sottomette al Regno di Dio: l’amore a se stessi non è ostacolo ma estasi per amare l’unico Dio ed una moltitudine di fratelli.

La voce del grande Agostino

«L’amore di Dio è il primo come comandamento, ma l’amore del prossimo è primo come attuazione pratica. Colui che ti dà il comando dell’amore in questi due precetti, non ti insegna prima l’amore del prossimo, poi quello di Dio, ma viceversa. Siccome però Dio tu non lo vedi ancora, amando il prossimo ti acquisti il merito di vederlo; amando il prossimo purifichi l’occhio per poter vedere Dio».

Agostino, «Trattati su Giovanni», Tratt, 17, 7-8


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