
Corpo e Sangue del Signore
Nutrire la vita
La vita va nutrita. Ogni volta che ci sediamo a tavola per prendere cibo, attestiamo la verità di questa semplice affermazione.
Ma come si nutre la vita? Già, perché la cosa non è così naturale. Non basta ingurgitare degli alimenti. Certo, questo sarebbe sufficiente per stare in piedi. Ma una vita umana è un’altra cosa.
Pensiamo al nostro prendere cibo. Non ci nutre solamente il mangiare: anche la preparazione e la cottura, anche il condividere il pasto con qualcuno ci alimentano. Ciò che ci sostiene allora non è solamente il cibo che portiamo alla bocca, ma anche – forse più ancora – le dinamiche che il cibo crea, tra noi e la realtà, tra noi e i nostri simili.
Siamo chiamati allora a prendere sul serio la nostra fame. Siamo esseri affamati, segnati dal bisogno di Altri da incontrare, addirittura da assimilare, e Dio solo sa cosa può riempire il vuoto che siamo. Perché «l’uomo non vive di solo pane, ma di quanto esce dalla bocca del Signore» (Deuteronomio 8,3).
Il cibo che è Gesù
Non a caso Gesù si presenta a noi come pane vivo da mangiare. Lui conosce la profondità della nostra fame, che talvolta fatichiamo a confessare pure a noi stessi. E si offre a noi perché la sua vita innervi la nostra.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. (Giovanni 6,56-57)
La vita va nutrita alimentandoci all’esistenza umana e divina di Gesù, assimilandola e allo stesso tempo lasciandoci assimilare. Di questa dinamica l’Eucaristia che celebriamo ogni domenica è simbolo eloquente: nei segni del pane e del vino la pienezza di Gesù e la nostra fame s’incontrano misteriosamente. E per l’unico cibo un’unica vita lega noi al Signore, e noi gli uni gli altri.
Fonte:www.twittomelia.it
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