XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (05/09/2021)

Vangelo: Mc 7,31-37 

DIO NON VA IN VACANZA


Prima lettura “Dite agli smarriti di cuore “coraggio! non temete ecco il vostro Dio viene a salvarvi”. Chi sono questi smarriti di cuore, se non tutti noi, sempre più smarriti in un mondo che sembra abbia perso la bussola e ci spaventa per l’insicurezza e la precarietà che regnano pressoché in ogni ambiente? Chi sono coloro che hanno bisogno di sentirsi dire: “Coraggio ! non temete”? Ma siamo sempre noi, uomini e donne del ventunesimo secolo, apparentemente così sicuri e baldanzosi a cavallo di tecnologie sempre più avanzate e marchingegni sempre più sofisticati, ma interiormente così pieni di paure, timori, e angosce varie. Paura del futuro: chissà cosa accadrà? Paura del passato: ma guarda cos’ho combinato, Dio mi perdonerà? Abbiamo veramente bisogno di sentirci dire ogni momento: “Non temete, ecco il vostro Dio, Egli viene a salvarvi.
Ecco cos’è che ci salva: la certezza che abbiamo un Salvatore che non ci ha salvati una volta per tutte, ma continua a venire ogni momento in ogni nostro sbandamento e oscuramento. Infatti Isaia dice proprio: “Non temete, Egli VIENE a salvarvi”. Non lo dice al passato “è venuto” ma al presente “viene”, ed è un presente continuo (come si dice in inglese), che durerà fino alla fine dei secoli, fino a quando non ci saranno più giorni e quindi non ci sarà neanche più il presente. E abbiamo bisogno di poter contare su Uno “che è fedele per sempre”.
La natura di Dio non muta
Nel Vangelo vediamo un’ennesima guarigione realizzata da Gesù che guarisce un sordomuto. Nel suo ministero le guarigioni e le liberazioni avevano una parte preponderante. E non disgiungeva mai la predicazione dai segni che la confermavano, cioè i miracoli, le guarigioni e le liberazioni e aggiungeva che queste manifestavano la presenza del Regno di Dio in mezzo a loro. Ma oggi Dio guarisce ancora? Egli è lo stesso, ieri oggi e sempre, non può mutare natura nel XXI secolo, perché mai lo dovrebbe? Quel che muta piuttosto è la natura dell’uomo, soprattutto di quello moderno e ipertecnologico che fa fatica a credere nel soprannaturale e come ben si sa, i miracoli richiedono la fede: se questa non c’è, manca la condizione sine qua non affinché si realizzino. Infatti Gesù dopo aver compiuto un miracolo non ha mai detto al miracolato: “Va, Io ti ho guarito”, ma “Va la tua fede ti ha guarito”.
Presenza d’immensità
Che Dio non muta ne abbiamo la conferma anche nella creazione. Il mondo continua ad esistere e a sussistere perché Dio lo mantiene continuamente nell’esistenza: questa in teologia si chiama la presenza d’immensità. A causa di questa presenza, il sole continua a sorgere, l’acqua a scorrere e le margheritine a sbocciare. Se Dio avesse un solo istante di distrazione tutto ripiomberebbe nel nulla. Se Dio andasse in vacanza noi ripiomberemmo nel nulla. E volete che Dio esista solamente, ma senza far nulla? Agisce continuamente con segni, prodigi e miracoli, ma noi per vederli dobbiamo essere connessi.
Questo concetto mi si è chiarito molto bene un giorno che avevo chiamato la compagnia telefonica per un’informazione: come sempre mi mettono in attesa, ripetendo a intervalli regolari di aspettare, aspettare e aspettare… Al che io prendo la ferma decisione di non mollare la linea finché non ho la comunicazione. Ecco ciò che dobbiamo fare col Signore: mai mollare la linea: la grazia è già partita, ma se io mollo la linea, sono io che mi sconnetto e non la vedrò più arrivare. Determinazione ci vuole: non mollo finché non vedo il mio miracolo. Questo è il combattimento della fede che costa fatica; è più facile arrendersi e adagiarsi che continuare a credere e a sperare. Ma se persevereremo fino alla fine vedremo anche noi il nostro miracolo.

Fonte:http://www.incamminocongesu.org/