#PANEQUOTIDIANO «L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene»

La Liturgia di Domenica 27 Febbraio 2022 VANGELO (Lc 6,39-45) Commento: Dr. Johannes VILAR(Köln, Germania)

Testo del Vangelo (Lc 6,39-45): In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

»Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

«L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene»Dr. Johannes VILAR(Köln, Germania)

Oggi c’è sete di Dio, c’è una frenesia di trovare un senso nella propria esistenza e nelle proprie azioni. Il boom dell’interesse esoterico lo dimostra, ma le teorie auto redentrici non servono. Per mezzo del profeta Geremia, Dio si rammarica che il suo popolo abbia commesso due mali: hanno abbandonato Lui, sorgente di acqua viva, e si é scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua (cfr Ger 2,13).

C’è chi vaga in mezzo a pseudofilosofie e pseudoreligioni —ciechi guidando altri ciechi (cfr Lc 6,39)— finché, scoraggiati, come sant’Agostino, con la propria fatica e la grazia di Dio, si convertono, perché scoprono la coerenza e la trascendenza della fede rivelata. Nelle parole di san Josemaría Escrivá, «La gente ha una visione piatta, attaccata alla terra, a due dimensioni. —Quando vivrai la vita soprannaturale otterrai da Dio la terza dimensione: l’altezza e, con essa, il rilievo, il peso e il volume».

Benedetto XVI ha illuminato molti aspetti della fede con testi scientifici e pastorali ricchi di suggerimenti, come la sua trilogia “Gesù di Nazaret”. Ho osservato quanti acattolici si orientano ai suoi insegnamenti (e a quelli di san Giovanni Paolo II). Questo non è casuale, perché non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né albero cattivo che produca un frutto buono (cfr Lc 6,43).

Si potrebbero fare grandi passi nell’ecumenismo, se ci fosse più buona volontà e più amore per la Verità (molti non si convertono per pregiudizi e legami sociali, che non dovrebbero essere un freno, ma lo sono). In ogni caso, ringraziamo Dio per questi doni (Giovanni Paolo II non ha esitato ad affermare che il Concilio Vaticano II è il grande dono di Dio alla Chiesa nel XX secolo); e preghiamo per l’Unità, la grande intenzione di Gesù Cristo, per la quale Egli stesso pregó nella sua Ultima Cena.

La voce di un Padre della Chiesa

Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell’uomo.
San Gregorio Nazianzeno