P. Gaetano Piccolo S.J.”Da dove è spuntato? Le dinamiche del male che è in noi”

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)  (09/06/2024) Liturgia: Gn 3, 9-15; Sl 129; 2Cor 4, 13-5, 1; Mc 3, 20-35

«Cercavo l’origine del male cercando male
e non vedendo il male nella mia stessa ricerca»,
Sant’Agostino, Confessiones, VII,v,7

Il male intorno a noi

L’esperienza del male accompagna la nostra esistenza. Siamo portati a vedere il male intorno a noi, nei comportamenti che altri hanno nei nostri confronti, nelle dinamiche malate dei luoghi che frequentiamo, nelle logiche di potere di cui spesso siamo vittime. In questo momento storico, il male sembra riprendere ancora più vigore e attraversa il mondo insieme alla morte che lo accompagna ovunque: dove c’è il male, c’è sempre in qualche modo la morte.

Il male dentro di noi

Le letture di questa domenica vogliono però interrogarci personalmente, affinché prendiamo consapevolezza del male che è dentro di noi. Il male infatti è subdolo, si insinua dentro i nostri pensieri e dentro il nostro modo di agire senza che ce ne rendiamo conto. Forse anche per questo nel racconto biblico assume le sembianze di un serpente strisciante, che non si capisce bene da dove sia arrivato. La Bibbia infatti ci presenta il male come qualcosa che c’è e non si interroga sulla sua origine.

Il male appartiene alla realtà umana e noi dobbiamo imparare a farci i conti, per questo dobbiamo essere prudenti e vigilanti. Il male infatti ci illude per poi farci morire. Non a caso il testo di Gen 3 gioca sull’assonanza tra l’aggettivo astuto (in ebraico arum), attribuito al serpente, e il termine usato per indicare che l’uomo e la donna si accorgeranno di essere nudi (arummim) dopo il peccato.

Fare il punto

Il testo della Genesi, dunque, ci mette davanti a una domanda personale: dove sei? È questa la domanda che ci permette di capire quali sono le logiche che stiamo seguendo nella nostra vita. Se mi sto nascondendo, probabilmente qualcosa si è rotto nelle mie relazioni. In genere quando una relazione non funziona più, quando è venuta meno la fiducia, la prima cosa che facciamo è nasconderci. Lo facciamo in maniera goffa, con il primo pretesto che ci capita. Adamo ed Eva si coprono con foglie di fico, che sono però urticanti e quindi poco adatte a coprire la nudità.

Dove sei? È la domanda che mi permette di capire se in una relazione ci sono ancora o se me ne sono andato. È la domanda che ci permette anche di capire se stiamo ancora nel Vangelo o se stiamo abitando una logica perversa, in cui ci illudiamo di soddisfare noi stessi.

Responsabilità

Quando ci sentiamo braccati e messi di fronte alla nostra responsabilità, di solito ci difendiamo e questa difesa si traduce generalmente nel tentativo di far ricadere la colpa su qualcun altro: la donna che tu mi hai messo accantoil serpente mi ha ingannato… sembra che la colpa non sia mai nostra, facciamo fatica a riconoscere che siamo noi o anche noi i responsabili di quelle azioni.

Questi primi capitoli della Genesi vogliono però mostrarci anche un’escatologia, cioè il desiderio di Dio che, nonostante il nostro peccato, non viene mai meno. Dio ci assicura che il male non può vincere! E in Gesù Cristo il male e la morte sono stati vinti definitivamente. Il male continua a insidiarci, ci spaventa, ci inganna, ma coloro che restano in Cristo sono vincitori.

Stare fuori

Il Vangelo di Marco ci aiuta a riconoscere la logica di Gesù che è opposta a quella del serpente: Gesù è fuori di sé, nel senso letterale di una vita che è sempre per altri e mai ripiegata su se stessa. È qui che ci rendiamo conto della logica che stiamo seguendo: se sei sempre alla ricerca del tuo interesse a scapito degli altri, allora stai seguendo la logica di Satana; se sei disposto a perdere la vita per amore degli altri, allora stai seguendo la logica di Cristo.

Il male cercherà di ingannarti, di farti credere che sei un perdente, addirittura, come fanno gli scribi in questo testo del Vangelo di Marco, ti accuseranno di essere proprio tu il cattivo, proveranno a interpretare in maniera faziosa i tuoi gesti e le tue parole. Per questo è importante ritornare alla domanda che Dio rivolge ad Adamo: dove sei?

Lasciarsi salvare

La tentazione più grande da cui dobbiamo difenderci è comunque quella di rifiutare l’azione di Dio nella nostra vita: è il peccato contro lo Spirito Santo. Questo peccato non potrà essere perdonato nel senso che Dio non può salvarci se noi non lo vogliamo. Bestemmiare contro lo Spirito Santo vuol dire chiudersi all’amore. Reagiamo allora aprendoci sempre di più alla vita, usciamo da noi stessi, evitiamo di nasconderci e lasciamoci amare!

Leggersi dentro

  • Quali sono i modi in cui il male ti illude e ti attrae?
  • Stai cercando solo te stesso o hai una vita aperta a servire gli altri?

Fonte:cajetanusparvus.com


Lascia un commento