Derno Giorgetti”LA BARCA NELLA TEMPESTA E L’ORA DELLE DECISIONI”

XII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)  (23/06/2024) Liturgia: Gb 38, 1.8-11; Sal 106; 2Cor 5, 14-17; Mc 4, 35-41

La liturgia di questa domenica, come risposta alla prima lettura – e per questo si chiama Salmo responsoriale – ci propone l’ultima parte del Salmo 106/107: un bel commento anche al Vangelo. Gesù, dopo una giornata di intensa predicazione, ordina ai suoi discepoli, quelli della cerchia ristretta, di attraversare il lago, verso la sponda orientale. 

Il viaggio previsto richiedeva certamente molte ore e Gesù, appena sdraiatosi sulla dura panca del timoniere resa più morbida da un cuscino, si addormentò nella barca a immagine del profeta Giona. L’affermazione che Gesù dormiva gioca a favore del buono stato di salute del Nazareno. 

Essendo partiti di sera sopraggiunse presto la notte e ci fu «una grande tempesta di vento». Direbbe il nostro Salmo: «Si scatenò un vento burrascoso, che fece alzare le onde: salivano fino al cielo, scendevano negli abissi; si sentivano venir meno nel pericolo» (versetti 25-26). Allora i discepoli, sentendosi abbandonati e vicini alla morte, svegliarono il Maestro.

Ritorniamo al Salmo: «Nell’angustia gridarono al Signore ed egli li fece uscire dalle loro angosce». Il mare, considerato il luogo di potenze malefiche, e il vento vennero esorcizzati da Gesù, che li trattò come fossero creature alle quali il suo Signore può dare ordini. Secondo la mentalità biblica, l’odio di Satana contro la creazione di Dio si manifesta anche nelle catastrofi naturali. Con i suoi prodigi, Gesù continua ad annunciare che il Regno di Dio si è fatto vicino.

Nei racconti di vocazione, nei racconti di miracolosi salvataggi la barca gioca un ruolo importante. Alle comunità cristiane viene mostrato che esse in tutte le tempeste di questo mondo possono confidare in un esperto timoniere che è il Signore.

L’esegesi dei Padri ha visto nella barca la «navicella della chiesa». Quando una barca viene sbattuta dalla tempesta la navigazione si fa pericolosa e bisogna prendere delle decisioni difficili e drastiche. Bisogna avere il coraggio di buttare a mare la zavorra: meglio perdere tutto, ma salvare la vita. «Al vedere la bonaccia essi gioirono, ed egli li condusse al porto sospirato. Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie…». Chi è questo Gesù di Nazaret? Perché ancora tanta paura e poca fede nei suoi confronti?

Fonte:https://www.corrierecesenate.it/


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