Don Paolo Zamengo”Nel segno di Maria”

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Nel segno di Maria

Iniziamo un anno, lo iniziamo con questa eucaristia che veglia sull’inizio del 2021. Forse abbiamo iniziato l’anno in modo diverso ma qui ci è chiesto di iniziarlo insieme, comunitariamente. Come comunità che si è data convocazione nell’eucaristia. Eucaristia significa ringraziamento, e allora diamo inizio all’anno ringraziando.

Non sanno ringraziare i distratti. Sanno ringraziare coloro che hanno occhi aperti, occhi che si interrogano, occhi che riconoscono i doni. Ringraziano i pastori che con i loro occhi sono andati oltre il buio della notte. Si interroga Maria, che conserva nel cuore le cose che accadono e cerca di capire il legame tra ciò che vede e ciò che un giorno aveva ascoltato dall’angelo.

Maria cercava di legare le promesse ma non le era facile. Nemmeno per noi è sempre facile legare la parola di Dio con ciò che viviamo. Forse anche Giuseppe si interrogava. Come tutte le madri e i padri si interrogano sull’identità del loro bambino quando nasce.

Che l’identità fosse in quel nome? Forse Maria se lo chiedeva, perché era stato l’angelo a portarle il nome al figlio Gesù. Noi, quando si tratta di dare un nome a un bambino, agiamo superficialmente, senza troppo interrogarci, senza legare il nome alla missione di quel figlio. A questo bambino fu dato il nome di “Gesù”.

Dobbiamo capire perché quel nome è benedetto. Il nome “Gesù”, lo sappiamo significa “Dio salva”. Mi commuove pensare che Gesù è stato per tutta la sua vita fedele al nome che portava. Quel nome è stata la sua vita. Lui è vissuto per salvare.

Pensiamo ai suoi incontri, alle sue parole, ai suoi gesti, ai suoi sguardi: la sua passione era salvare. Lui voleva salvare tutti. Così sino all’ultimo: l’ultimo lo salvò sulla croce, dalla croce. Era un malfattore, appeso come lui a una croce, e gli disse: “Oggi sarai con me in paradiso”. Ultimo gesto, ha salvato. Era la sua vita, era la sua passione.

Ma perché? Perché se ami, se veramente ami, non te ne stai sopra, ma ti abbassi fino al viso dell’altro. Il volto di Dio che si è svelato in Gesù è il volto di un Dio che ama, che si abbassa, che ti cerca, che ti vuole trovare.

Il volto di Gesù è simile a quello di tanti nostri fratelli. Dio ha il loro volto. E quel volto ci guarda. Se non ci abbassiamo non potremo vederlo. Questo è il nome di Dio e questo è il volto di Dio, che è benedizione per noi, per questa nostra terra, all’inizio dell’anno nuovo, di quest’anno che ci spaventa e ci fa paura.

Ma nasce qui la pace: da un Dio a cui importa l’umanità. Siamo testimoni di un Dio cui importa, da morire, tutta l’umanità.