XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (09/10/2022) Vangelo: Lc 17,11-19
Commento
Nel vangelo di oggi troviamo il riferimento ai granellini di senapa, titolo della nostra rubrica settimanale. Ebbene una fede della statura di questo seme che ha dimensioni variabili tra 1 e 2 millimetri sarebbe sufficiente, dice Gesù, a sradicare una pianta di gelso, che può arrivare ad una altezza di 15-20 metri, e a gettarla in mare.
Perché questa sproporzione così evidente, così volutamente provocatoria? Perché la fede non implica una forza nostra, autonoma, ma consiste invece in un atto di totale fiducia e abbandono nella forza di un altro, nella potenza del Signore, che al limite, se fosse necessario al nostro vero bene, potrebbe sradicare anche più di un povero gelso!
Cosa mai potranno aggiungere le nostre opere, le nostre virtù a ciò che già ha fatto il Signore per l’uomo? Nulla. Si, siamo proprio inutili rispetto alla nostra salvezza. Il Signore rispondendo a Giobbe dice: “Dov’eri tu quando io ponevo le fondamenta della terra?” (Gb 38,4).
Cosa dovremmo, o potremmo aggiungere a un amore più grande di quello rivelato nella passione di Cristo? Forse la nostra virtù, i nostri meriti? A tal riguardo San Gregorio Magno ci ricorda che è la fede a suscitare le virtù; non sono le virtù a generare la fede.
All’uomo tuttavia è affidata la grande responsabilità dell’assenso, la facoltà di accogliere la benevolenza di Dio Padre che si manifesta nella creazione, e ancor di più nella salvezza (o seconda creazione) realizzata dal suo figlio Gesù nella potenza del Santo Spirito.
Allora ancoriamoci alla domanda degli apostoli, e facciamola nostra: “Signore aumenta la nostra fede!”. E la sincerità della nostra fede sarà resa manifesta dalla carità delle nostre opere (cf. Gc 2,17).
Fonte:http://fradamiano.blogspot.com/