IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (29/01/2023)
Vangelo: Mt 5,1-12
Il vangelo delle beatitudini lo incontriamo nelle domeniche dell’anno liturgico o nella liturgia degli sposi all’inizio del loro cammino o nel rito della professione religiosa per i consacrati e soprattutto nelle feste dei santi.
Ma come possiamo mettere sugli altari la moltitudine di uomini e donne che hanno vissuto le beatitudini? Dovremmo allargare le chiese perché il loro numero è moltitudine e i santi stessi non gradiscono tanta esposizione.
Perché sono creature della santità semplice, concreta, quasi anonima, come è la santità della vita
quotidiana. La santità non sta nella straordinarietà degli avvenimenti perché è innanzitutto un dono, un
dono per tutti. E soprattutto è vita. Vi porto alcune parole di un uomo che non è stato canonizzato: ma
sono la sua professione di fede. Possiamo condividerla.
Credo in Dio e credo nell’uomo, immagine di Dio. Credo negli uomini, nel loro pensiero, nel valore della
loro sterminata fatica. Credo nella vita come dono e come durata, come possibilità illimitata di elevazione,
non prestito effimero dominato dalla morte. Credo nella gioia: la gioia di ogni stagione, di ogni tappa, di
ogni aurora, di ogni tramonto, di ogni volto, di ogni raggio di luce che parte dall’intelligenza, dai sensi e dal
cuore.
Credo nella famiglia del sangue e nella famiglia prescelta per il lavoro. Credo nel dovere di servire il bene
comune perché giustizia, libertà e pace siano a fondamento della vita sociale. Credo nella possibilità di una
grande famiglia umana e nell’unità dei cristiani come volle Gesù. Credo nella gioia dell’amicizia, nella
fedeltà e nella parola degli uomini. Credo in me stesso, nella capacità che Dio mi ha dato, perché posso
sperimentare la più grande fra le gioie che è quella del donare e del donarsi. In questa fede voglio vivere,
per questa fede voglio lottare e con questa fede voglio addormentarmi in attesa del grande, gioioso
risveglio.
In queste parole c’è l’eco delle beatitudini che sono per tutti. A volte mi sembra di vedere le beatitudini
vissute nelle immagini e negli esempi che la vita mi rimanda. Accadevano e accadono le beatitudini.
Accade la santità della porta accanto come dice Papa Francesco. Le leggiamo questa domenica e
avvertiamo un grande soffio di aria libera e pura. Oggi respiriamo e mi chiedo come fossero gli occhi di
Gesù, di che colore fossero i suoi occhi quando quel giorno sul monte disse le otto parole. Mosè su altro
monte scrisse le dieci parole. Quelle parole erano per il regno di Dio che stava accadendo: accadeva sulla
terra il sogno di Dio.
Come sarà stato il colore dei suoi occhi? E come saranno stati gli occhi di coloro che lo ascoltavano? Perché
i poveri erano loro, gli afflitti erano loro, i miti erano loro, gli assetati di giustizia erano loro, loro i puri di
cuore, loro i misericordiosi, loro gli operatori di pace, loro i perseguitati per la giustizia. E lui diceva: beati
voi, avanti voi, il regno di Dio si costruisce con gente come voi. Immaginate i loro occhi a quelle parole.
E noi? Noi siamo dentro un tempo che proclama altre parole: esalta l’arroganza della forza, il luccichio
della ricchezza, la furbizia delle manovre, l’incenerimento del nemico? Noi cosa proviamo all’ascolto di
queste parole? Forse non si accendono più i nostri occhi o forse consideriamo tutto un’utopia, un’illusione
perché la vita è un’altra cosa. Di che colore sono i nostri occhi al suono di quelle parole del monte? E
intuiamo che le otto parole sono parole scritte nella carne di Gesù, nella vita di Gesù: tu le leggi e in
trasparenza leggi Gesù. Lui, è così!
Beati i poveri in spirito. L’inizio è come l’anima segreta di tutto. Solo da uomini e donne che portano
scritto nel cuore uno spirito da poveri nascerà una umanità nuova. La beatitudine della povertà evoca una
terra e un mondo di uomini e donne che non si sentono padroni né di Dio, né della verità, né degli altri. Né
delle loro posizioni, né dei loro beni. Lontani da ogni forma di arroganza. Liberi e aperti nello spirito e nella
vita. Sono coloro che cercano Dio.
Tu guardi i santi e i tuoi occhi cambiano colore. Tu guardi i santi e respiri la brezza del vento dello Spirito.
Perché il vangelo delle beatitudini disegna la bellezza di un progetto in costruzione che si chiama “regno di
Dio”. Che bello che, in un mondo di feriti e di esclusi, ci sia qualcuno che si china e consola. Che bello che,
in un mondo di prepotenze, ci sia qualcuno che crede nella mitezza del cuore. Che bello che in un mondo
di fame e miseria ci sia qualcuno che non ha cancellato la sete di giustizia.
Che bello che, in un mondo di durezze e odio, ci sia qualcuno che ha il volto della tenerezza e della
compassione. Che bello che, in un mondo di corruzioni e intrighi, ci sia qualcuno integro e retto di cuore.
Che bello che in un mondo di guerre e violenza, ci sia qualcuno testardo costruttore di ponti. di rispetto e
di pace. Che bello che in un mondo di egoismi ci sia qualcuno disposto a pagare di persona per la difesa
della verità e dei poveri.
Ora fermati. Forse anche tu stai respirando aria pura e limpida. Di che colore sono i tuoi occhi?